Emanuela Lazzaro
- 16/03/2021 22:07:00
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Ho letto in un blog alcuni passi della tua storia: spesso amo capire che vissuto cè dietro un pensiero contenuto e stretto da un insieme di parole e suoni. Ci sono momenti più o meno lunghi, spesso complessi nei quali è difficile ragionare perché la quotidianità ci incalza, forse mette alla prova la nostra resistenza e come qualcuno in passato ha detto, "quello che non mi uccide mi fortifica". Chissà forse questo tuo componimento è lennesima conferma che la tua resilienza ha pienamente retto in molteplici circostanze seppur ad altalenanti fasi di vita, ma forse ciò non basta più ad un anima che ama a volte lasciarsi andare nel mare calmo del silenzio ( non lo so ma questo verso mi ha fatto pensare oltre che a Leopardi, ad una delle mie canzoni preferite di un tempo, "il Mare calmo della sera" di Andrea Boccelli...).
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Dedalus
- 16/03/2021 21:06:00
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La caratteristica peculiare ed originale della poetica di questa poetessa è quella di riuscire a miscelare la tendenza allautobiografia alla descrittività creando un mix ermetico che molto spesso non è facile decriptare. Così in questa lirica intravediamo nellincipit una radiosità tutta particolare in quel "Allinizio pensi sia la luce/a dare nuova vita alla speranza", radiosità che subito rientra colorando di verde linteriorità che "ricompone i pensieri" come fossero tessere di un puzzle. Dopo lesplosione di un siffatto incipit torna a riapparire come "deus ex machina" una figura iridescente a render "giorno" anche la notte quando i sogni, metaforizzati come "brevi viaggi", diventano realtà... Lirica che spazia in un mondo tra il reale e lirreale, ascendendo ad un podio che solo pochi riescono a guadagnare. Molto, molto bella.
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